da William Shakespeare • testo di Pino Costalunga
Interpreti:
Roberto Zamengo:
Shylock, Jessica, Lancillotto, Diavolo
Claudia Leonardi:
Porzia, Prima popolana
Ruggero Fiorese:
Bassanio, Seconda popolana
Daniele Baron Toaldo:
Antonio, Nerissa, Terza popolana
Musicista alla fisarmonica... e altro: Moira Mion
Regia Benoit Roland
XXX... per indicare un numero: 30.
Trent’anni dalla fondazione di Teatroimmagine, celebrando questo traguardo con un nuovo progetto. Una sfida intrigante e folle accettata non senza pensare alla nostra tradizione: affrontare un vaudeville, genere teatrale che vedra` il suo successo verso la fine del XIX° secolo, ambientandolo nei psichedelici anni ‘70. Abbiamo trovato molte analogie fra il vaudeville e la Commedia dell’arte: innanzitutto i personaggi, con caratteri ben determinati ma senza intenzioni psicologiche, i ritmi incalzanti, i colpi di scena, la critica indirizzata a una determinata classe sociale, gli «a parte» al pubblico e soprattutto il comico di situazione. Abbiamo voluto fare un passo verso una direzione nuova, meno convenzionale e piu` sperimentale.
Gli anni ‘60 sono stati un «periodo cerniera», dove le differenze di classe sociale sono diventate fratture, dove la morale e` diventata un concetto obsoleto, dove i pensieri erano in evoluzione, in espansione e in rivoluzione. Nel decennio successivo questi cambiamenti divennero ancora piu` esasperati ed e` per questo che abbiamo adattato il nostro testo a quel periodo, per permetterci una maggiore liberta` di codici.
L’opera di Eugene Labiche “L’affaire de rue de Lourcine”, scritta nel 1857, ambientata nella Francia dei salotti borghesi parigini, viene catapultata nella Venezia dell’epoca post Beatles. Su questo sfondo si stagliano figure grottesche che, in bilico tra incubo e sogno, realta` e fantasia, portano lo spettatore dentro ad un mondo bizzarro, stravagante, ironico, folle ma tremendamente verosimile.
Regia Benoit Roland
Interpreti:
Claudia Leonardi
è Teresa moglie di Leone
Daniele Baron Toaldo
è Leone
Ruggero Fiorese
è Helmut
e il cugino Battiston
Roberto Zamengo
è Ugo
Regia Benoit Roland
Quando ho riletto “Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde”, scritto nell’800 dallo scrittore inglese R.L. Stevenson, mi sono fatto avvolgere dall’atmosfera londinese, a tal punto di sentirne gli odori delle strade e del Tamigi, i rumori dei passi e dell’acqua, le luci dei lampioni e delle case di notte, il tutto ovattato dalla nebbia.
Subito mi son venuti alla mente immagini di Venezia, i rumori dei passi nelle calli buie, l’acqua dei canali, la sirena dell’acqua alta, il torpore delle luci dei palazzi e dei campielli. La nebbia londinese somiglia stranamente al “caigo” veneziano, a tal punto che le due città si possono fondere e confondere l’una con l’altra. E da qui è partita la mia rivisitazione di questo romanzo. Dalla bruma londinese escono il Dottor Jekyll e Mr Hyde e dal “caigo” veneziano sono usciti il Dottor Jacopo e Miss Heydi, Ottone e Tellurio, ma anche Teodolinda e Lucilla, Pantalone e Fontego.
A differenza di R.L. Stevenson, per lo spettacolo non ho voluto lavorare sul lato “cupo e malvagio” del protagonista, ma sul contrario del carattere del personaggio, sull’antinomia, sull’opposto.
Abbiamo affrontato le prove con l’intento di dare un senso a quest’ambivalenza dataci dal romanzo originale, utilizzando la chiave di lettura e di gioco della Commedia dell’Arte. Grazie a quattro brillanti attori, che prendono di petto questo tema interpretando, quasi in modo schizofrenico, il loro personaggio e il suo contrario, abbiamo fatto nostra questa storia. Ancora una volta il testo diventa solo un pre-testo per immaginare nuove situazioni, per parlare di temi attuali, per giocare e per divertirci con il pubblico e con la maschera, ovvero con le nostre personali “pozioni”, che ci permettono per il tempo dello spettacolo di diventare qualcun altro. (Benoit Roland)
Regia Benoit Roland
Interpreti:
Ruggero Fiorese:
Dr. Jacopo, Miss. Heidy
Roberto Zamengo : Pantalone,
Fontego servo del dottore
Claudia Leonardi:
Lucilla figlia di Pantalone, Teodolinda governante del dottore
Daniele Baron Toaldo: Ottone figlio del dottore, Tellurio
“Vi sembrerà curioso, ma non sapevo neanche cosa fossero “I promessi sposi” prima che Teatroimmagine mi proponesse di mettere in scena il romanzo di Alessandro Manzoni, ma ho subito capito che questo classico della letteratura italiana è per ogni italiano un ricordo impresso a vita nella sua memoria, un ricordo dal sapore forte tra odio e passione, ma che non lascia nessuno indifferente.
È strano, ma nella mia cultura francofona, belga, “I promessi sposi” è un romanzo sconosciuto di cui non si parla neanche al liceo. Invece, Victor Hugo (il nostro Manzoni) ogni italiano sa chi è stato e che ha scritto “I miserabili”. Ma perché? Perché “I promessi sposi” non hanno mai varcato le Alpi? Cosa rinchiude di speciale questo romanzo, che da quasi due secoli fa parte della coscienza collettiva di tutto un popolo? Tante sono le domande che hanno alimentato il nostro lavoro, la nostra ricerca.
Che un belga metta in scena un tale “monumento” della letteratura italiana può sembrare pretenziosa follia. Al contrario, penso che questo ci permetta di dissacrare questo classico, più per divertimento che per sfida. In effetti “le jeux” è il filo rosso di tutto lo spettacolo: “jeux” è una parola francese che ha questo doppio significato di “gioco” ma anche di “recitazione”. Ma attenzione, non vogliamo offrire al pubblico uno spettacolo recitato, bensì giocato, offrire il lato festoso del teatro dove l’attore non è uno strumento di un testo, di un regista, d’una scenografia, ma di se stesso.
Rappresentare questa saga infinita, questo “tourbillon” di personaggi in cinque attori e un musicista è come fare un salto mortale su una corda sospesa: tu fai Lucia, ma poi diventi la Contessina Attilia che si traveste da gendarme mentre Agnese fa il Griso, Renzo si trasforma in Don Rodrigo, Don Abbondio è la Monaca di Monza ed Azzecca Garbugli è anche Padre Cristoforo, il tutto coronato dalle allegre note di una fisarmonica.
Ogni attore ha allo stesso tempo il doppio ruolo d’artefice e vittima delle proprie azioni per narrare al pubblico una storia immortale, drammatica e crudele, ironica e grottesca, tenera e romantica, ma soprattutto attuale”. (Benoit Roland)
Regia Benoit Roland
Interpreti:
Roberto Zamengo:
Renzo, Don Rodrigo, Perpetua
Martina Boldarin:
Lucia, Contessina Attilia, un Gendarme
Ruggero Fiorese: Azzeccagarbugli,
Fra’ Cristoforo, un Bravo
Carlo Corsini:
Don Abbondio,
il Capitano di Giustizia,
la Monaca di Monza
Claudia Leonardi:
Agnese, Griso, Nibbio,
un Gendarme
Alex Modolo:
Musicista (Fisarmonica)
“Come può una compagnia di Commedia dell’arte avere l’insolenza di mettere in scena un’opera classica come “Il Barbiere di Siviglia”? Ci ricordiamo tutti l’apertura di Rossini: “…la ran la lera, la ran la là”. Non ci viene, ogni tanto, di cantare sotto la doccia “Figaro qua, Figaro là”? Si, quest’opera fa parte, inesorabilmente, della nostra cultura storica e sociale. Le arie più celebri sono state usate in tutti i frangenti: cinema, musica, televisione.... e tocca a noi, oggi, con la nostra esperienza ormai ventennale, di “profanare” un monumento del repertorio operistico italiano.
“Il Barbiere di Siviglia” è un’opera leggera e buffa. Già nella scrittura del libretto (datato 1816 e inizialmente intitolato “Almaviva, o sia l’inutile precauzione”), riconosciamo subito sotto le vesti di Bartolo il nostro Pantalone de’ Bisognosi: avaro, sospettoso, eternamente innamorato d’una fanciulla tanto più giovane. E Figaro, non somiglia al nostro simpatico Arlecchino, sempre pronto a seminare intrighi attorno a lui? Il Conte d’Almaviva ci ricorda tanto Florindo, l’innamorato dell’ “Arlecchino servitore di due padroni” e Rosina è la classica giovane innamorata. Don Basilio, maestro di musica, sapientone e corruttibile, somiglia stranamente al nostro panciuto Dottor Balanzone.
Come ci è congeniale sin dal nostro esordio, e non ultimo per l’allestimento de “I Promessi sposi”, il libretto de “Il Barbiere di Siviglia” scritto da Sterbini, non è niente altro che un pretesto, o meglio, un pre-testo; una ragione apparente che metteremo davanti a noi per nascondere l’autentico motivo della nostra scelta... lo sapete già, in fondo non vogliamo celare le nostre intime motivazioni che sono il divertirsi e divertire il pubblico, rileggendo l’opera di Gioacchino Rossini a modo nostro, con il nostro “savoir faire”, con autoderisione, senza complessi, senza tralasciare il lato musicale e canoro evitando però il confronto con la divina Callas e colleghi, in virtù dell’unico vantaggio di non essere dei cantanti ma solamente… attori!” (Benoit Roland)
Regia Benoit Roland
Interpreti:
Ruggero Fiorese:
Figaro (barbiere)
Roberto Zamengo:
Bartolo (mercante, tutore di Rosina
Martina Boldarin:
Rosina (ricca pupilla in casa di Bartolo)
Daniele Baron Toaldo:
Conte d’Almaviva
Luca Gatto:
Basilio (dottore in latino)
Alex Modolo:
Gilberto (musico
una leggenda veneziana
Mito, leggenda, cronaca: molti scrittori hanno raccontato le imprese del popolare Robin, che al contrario di quanto si pensava… nacque in laguna.
Teatroimmagine vi racconterà la storia del nostro eroe lagunare, e se non ci credete vuole dire che non credete neanche a Babbo Natale. Peccato…
É dal tardo medio evo che aspettiamo il salvatore dei poveri, colui che eliminerà ingiustizie e ineguaglianze, ma noi crediamo ancora che quest’uomo sia esistito, e anzi, che ne siano esistiti più di uno, uomini o donne che hanno fatto della giustizia e dell’uguaglianza il loro cavallo di battaglia, restando pero’ spesso sconosciuti.
Una vicenda d’amicizia, d’amore e di giustizia, di libertà e di oppressione, comica e drammatica, dove la speranza e il credere nei valori veri della vita ci danno coraggio e voglia di migliorare questo pazzo mondo. I nostri occhi sono sempre quelli della Commedia dell’Arte, filtro magico che trasforma ogni storia colorandola con l’ironia, gioia di vivere e musicalità!
Regia Benoit Roland
Interpreti:
Martina Boldarin:
Marianna, pupilla del Doge,
Campagna Lupia, sicario,
Donna Rosa, nobildonna, Rossella
Luca Gatto:
Roberto del Cappuccio
Roberto Zamengo:
Il Magnifico, Zanni il Piccolo
Daniele Baron Toaldo:
Robin Hood, Maremonti, guardia
Ruggero Fiorese:
Il Doge Riccardo, Frate Tuck, Patrizio, nobiluomo
Regia
Roberto Zamengo
Interpreti:
Ruggero Fiorese:
Zanni Vassòn
Martina Boldarin:
Fiorella, Sior Olmo,
suora
Roberto Zamengo: Scopetton Farfallon, Madre Badessa, Colomba
Daniele Baron Toaldo: Conte Enrico, Evaso
Martina Manfredi: Menego, Suor Pancrazia
Lara Cassandro: Musicista (Fisarmonica)
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